Giuseppe Amato… miglior pasticceria 2018!

Di origini siciliane, nato a Gaggi in provincia di Messina, Giuseppe Amato (pasticciere del ristorante stellato di Roma La Pergola Rome Cavalieri di Heinz Beck) ha ritirato da poco il premio “Domori L’Espresso – Ristoranti d’Italia 2018 – Le Guide de L’Espresso” assegnato alla Pergola come migliore pasticceria dell’anno.

Venerdì scorso, fresco di premiazione, lo abbiamo intervistato nella nostra scuola, tra una lezione e l’altra, davanti a un caffè offerto dalla nostra direttrice Maria Teresa Meloni.

Intervista a cura di Luca Marinacci (Growell) – responsabile marketing e comunicazione.

Luca:

L’anno scorso sei stato relatore al World Pastry Stars, congresso internazionale sulla pasticceria svoltosi a Milano, che ha visto la partecipazione di personalità di spicco del settore a livello europeo, e nello stesso evento quest’anno sei stato chiamato come giudice. Da quest’anno sei anche membro dell’AMPI (Accademia Maestri Pasticceri Italiani), che rappresenta la sintesi massima della professionalità nell’ambito della pasticceria nazionale di livello superiore.

Come già detto, qualche giorno fa hai ricevuto il premio de “Le Guide de L’Espresso” come miglior pasticceria d’Italia alla Pergola. Questi sono riconoscimenti importanti, ma solo gli ultimi di una lunga serie…

Ti sei abituato a essere premiato oppure ancora ti emozioni? Il successo come lo vivi?

Giuseppe:

Ancora mi emoziono e non poco, ma devo dire che le cose che più mi colpiscono sono le dimostrazioni di affetto che ho ricevuto in questi giorni da parte degli amici, che spesso sono colleghi, compagni di viaggio e modelli di riferimento. Proprio ora mi ha mandato un video messaggio Leonardo Di Carlo, campione del mondo di pasticceria, amico e mentore oltre che docente di A Tavola con lo Chef come me. Se mi vedi visibilmente emozionato è per la bellezza delle sue parole, che per me hanno un valore unico.

Luca:

Quanto conta per te la ricerca, lo studio e l’aggiornamento continuo in questo lavoro?

Giuseppe:

Direi che è fondamentale. La conoscenza va alimentata e la curiosità assecondata, altrimenti non si cresce sia dal punto di vista umano che professionale. Lavorare e studiare non è semplice ma il confronto ad esempio, cosa che avviene spesso a scuola con gli altri docenti, contribuisce a tenersi aggiornati e conta molto fare squadra.

C’è un proverbio africano del quale ho sposato in pieno la filosofia: “Se vuoi andare veloce, corri da solo. Se vuoi andare lontano, corri insieme a qualcuno”.

Già durante la formazione, in classe, è bene aiutarsi e cominciare ad appropriarsi delle dinamiche di gruppo così che nel lavoro tale approccio diventi naturale.

Luca:

Ti piace insegnare, relazionarti con persone che spesso, diciamolo, sono anche tuoi coetanei che scelgono di avvicinarsi a questa professione dopo i 30 anni?

Giuseppe:

Trasferire ciò che sai è sempre emozionante per me e non è mai troppo tardi per entrare nel mondo della pasticceria, anche perché non è una questione di età ma di energie e, a essere sincero, di quelle ne servono molte. Ma c’è dell’altro: quando sto con i miei studenti rivivo un po’ i miei inizi e questo mi piace, mi aiuta a mantenere la rotta, anche perché ero bambino quando mi sono appassionato a questo mondo e dopo tanti anni è necessario mantenere il contatto con la realtà. Questo è un bel modo per farlo.

Luca:

A tal proposito ricordi la tua prima lezione da noi?

Giuseppe:

La ricordo benissimo, sembra ieri, ma in realtà sono passati più di 10 anni. Ho conosciuto Maria Teresa Meloni durante una consulenza; ci siamo scambiati i contatti e fin dal primo giorno di lezione ho avvertito in lei e nella scuola una professionalità difficile da trovare nella formazione privata di settore, oltre a un bellissimo rapporto umano.

Luca:

Sei sposato con una donna che ha lavorato nel settore e quindi capisce e supporta i tuoi ritmi serrati, hai due bellissimi bambini (un maschio e una femmina) e sei molto legato alla famiglia ma, perdona la domanda, la curiosità è troppa: cosa mangiano a colazione i tuoi figli? Gli prepari dei dolci particolari?

Giuseppe:

Purtroppo il lavoro mi porta spesso lontano da casa, mio malgrado, quindi i tempi sono veramente ridotti. Per fortuna mia moglie mi compensa in tutto con un’energia fuori dal comune. Per i bambini generalmente scelgo una buona pasticceria, per quanto paradossale possa sembrare, e gli prendo un buon cornetto o i classici dolci fritti, che i bambini adorano, come la bomba alla crema. Recentemente, proprio per assecondarne i gusti, ho creato per loro un dessert al piatto chiamato “La bomba diventa ciambella”.

Luca:

Dai un consiglio alle mamme italiane per dare ai propri figli la possibilità di gustare dolci buoni e sani, magari fatti in casa o acquistati in una buona pasticceria.

Giuseppe:

Il classico ciambellone direi, che va sempre bene.

Luca:

Preferisci dei dolci in particolare?

Giuseppe:

Flan al cioccolato e tiramisù.

Luca:

Vuoi dire qualcosa a chi sta intraprendendo questa professione, a coloro che stanno studiando ora e hanno scelto il corso professionale di pasticceria della nostra scuola?

Giuseppe:

Vorrei dire loro che hanno scelto la strada giusta per intraprendere un mestiere che offre diverse opportunità per realizzarsi.

Dico anche che per crescere e migliorarsi è importante prefissarsi un obiettivo e, una volta raggiunto, prenderlo come un nuovo punto di partenza e non di arrivo.

Luca:

Cosa consiglieresti invece ai più giovani o a quelli che sono indecisi su cosa fare nella vita e sono incuriositi da questo mondo?

Giuseppe:

Per chi deve iniziare dico che il mondo della pasticceria è ricco di stimoli, creatività e tanta, tanta tecnica. Consiglio di valutare bene ogni aspetto perché le difficoltà non sono poche, ma dico anche che tutto si supera, purché ci sia una forte PASSIONE di partenza. Quella è veramente indispensabile.

 

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